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Falerii Novi

Falerii Novi, compresa nel territorio del comune di Fabrica di Roma, fu fondata per gli abitanti di Falerii Veteres, la capitale falisca conquistata e distrutta dai romani nel 241 a.C. Alleata di Roma e municipio nel I secolo a.C., conservò i caratteri originari, pur essendo stata patria della moglie del poeta Ovidio e legata alla famiglia dell’imperatore Gallieno. Distrutta dai Normanni nel sec. XI, ospitò nello stesso periodo un’importante abbazia romanica (S. Maria di Fàlleri).
Le mura perimetrali, munite di torri quadrate e protette in parte dal vallo artifi ciale, defi nivano lo spazio urbano ed erano coronate da una fascia in aggetto. Quattro porte permettevano l’accesso allo spazio urbano: di queste resta in funzione la porta Cimina, detta anche porta Giove; una seconda porta metteva in comunicazione Falerii Novi con la Flaminia, mentre l’uscita settentrionale coincideva con il percorso della via Amerina, cardo della pianta urbana.
Entrando da Porta Giove, dopo gli edifi ci pertinenti all’abbazia, si nota sulla sinistra la chiesa di S. Maria di Fàlleri, recentemente restaurata, a tre navate con transetto e cinque absidi semicircolari; l’intervento dei Cosmati, Jacopo e Lorenzo, nel decorarne portali e arredi, anticipa la loro partecipazione nel vicino Duomo di Civita Castellana.
Proseguendo verso sud-est, si può notare nel terreno la sagoma del teatro, scavato tra il 1829 e il 1830 e oggi parzialmente interrato; nei pressi, la Porta del Bove, dalla testa bovina scolpita nel concio di chiave; sempre all’interno del perimetro urbano, alcune insulae, un cortile ed una probabile struttura templare, ricordate dalle fonti epigrafi che; fuori delle mura, a destra della porta nord, resti di un mausoleo in opera cementizia e dell’anfi teatro. Fuori del perimetro urbano le necropoli (Pian di Cava e Pontoni; Tre Camini), tra le quali la Tomba del Peccato; a sud-ovest le catacombe dei SS. Gratiliano e Felicissima; nei pressi la chiesa di S. Gratiliano.

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